I bambini italiani residenti all'estero
«…sono l’innocenza,
essi sono l’avvenire, essi sono la vita. Questi bimbi che, in questi mesi
estivi, vengono in Italia da tutte le parti del mondo a godere il sole, l’aria,
la luce della Patria, porteranno, nei paesi remoti dove li attendono le loro
famiglie, un ricordo incancellabile e imperituro. Porteranno, prima di tutto,
un ricordo di bellezza e nulla è più educativo della bellezza naturale su l’anima
dei fanciulli. Ritornando, essi potranno dire, con piena coscienza della
verità, che è verissimo quanto si legge nei libri, e cioè, che l’Italia è il
paese più bello del mondo; che il suo cielo è il più limpido, che i suoi
monumenti sono i più gloriosi, come quelli che attestano la più illustre delle
civiltà. Ancora. Ritornando essi saranno i messaggeri di una più stretta
solidarietà nazionale. Ai loro padri, che le vicende della vita obligarono ad
emigrare, essi diranno che la Patria, sotto il segno del Littorio, non
dimentica nessuno dei suoi figli; che tutti li vorrebbe accogliere ed ospitare
nella sua rinnovata coscienza nazionale. Ma se questo non è possibile, questa
ospitalità che essa offre ai fanciulli degli italiani residenti oltre le Alpi e
oltre il mare, sta a provare con quale animo l’Italia di Mussolini vigila
dovunque si parli la lingua di Dante.»
Bimbi al Sole, in «Il Legionario», 12 luglio 1930.
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