miércoles, 12 de junio de 2013

Martín Fierro, de José Hernández (1872), traducción de Paolo Girosi (1996)



«Mai potrò dimenticare
ciò che allor m’era accaduto:
quella notte ero venuto
al fortino ed un soldato
che il gomito aveva alzato
non mi ebbe riconosciuto.

Era un gringo appena giunto
e nessuno lo intendeva.
Chi sa da dove cadeva
e chi sa se era cristiano:
tutto quello che diceva
era esser “pa-po-li-tano”.

Stava lí di sentinella,
ma con sbornia sí palese
che non so per chi mi prese...
Tutta lí fu la questione:
ebbe paura quel bestione
ed io pagai le spese.

Nel vedermi avvicinare
mi si mise sul cammino;
quando gli fui più vicino
mi gridò: “Haga arto, su!”
ed io dissi pian pianino
“Più lagarto sarai tu”.

Lí per lí, Cristo mi scampi!,
il grilletto senza alzato;
io mi chino, e difilato
quella bestia su me tira,
ma, sborniato, sbaglia mira,
altrimenti son spacciato.

Come è ovvio, quello sparo
suscitò tutto un vespaio.
D’ufficiali venne un paio
ed il ballo incominciò:
mentre il gringo lí restò
io ero già nel ginepraio.

Fui tra quattro baionette
giù a terra coricato;
il maggiore, avvinazzato,
m’urlò: “Or ti farò imparare
a smetter di riclamare
le tue paghe o l’arretrato!”

Ogni mano ed ogni piede
mi legaron con cignoni;
resistetti agli strapponi
tutta la notte senza un “ahi!”;
ma quel gringo rimpinzai
delle mie maledizioni.

Io non so perché il Governo
ci mandi qui alla frontiera
tanta gente forestiera
che un caval non sa guidare.
Oppur crede di mandare
con un gringo alcuna fiera.

Non dann’altro che lavoro,
ché non sanno né sellare,
né servon per macellare,
ed ho visto molte volte
che neppur le bestie morte
volevano avvicinare.

Se la passan lor signori
in ciarlate belle e buone
finché vien la colazione
lor servita dai soldati...
Questo sí, per delicati
sembran figli di riccone.

Se fa caldo son sfiniti,
se fa freddo stan tremando;
non li vedi mai fumando
tabacco da lor comprato;
se una cicca ha alcun trovato
se la vanno disputando.

Si accucciano quando piove
come il can che senta i tuoni.
Che diamine! Non son buoni
che a viver tra effeminati,
e cercano assai sfacciati
dell’altrui farsi padroni.

Per sbirciar son come ciechi;
par che niente alcun intenda,
né un solo c’è che apprenda,
se alcunché lontan si muove,
a distinguire e non prenda
uno struzzo per un bove.

Quando escono ad inseguire
sembran molto preparati,
ma in breve si son spellati:
tutto alfine è come in cova
porre un gatto sulle uova,
tanto inutili son stati.»
  


José Hernández, Martin Fierro. Traduzione di Paolo Girosi. Buenos Aires, 1996.

Imagen: ilustración de Juan Carlos Castagnino (1908-1972), tapa de la edición del Martín Fierro, traducida por Paolo Girosi y publicada en Buenos Aires en 1996.



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