miércoles, 12 de junio de 2013

Martín Fierro, de José Hernández (1872), traducido al italiano por Giovanni Meo Zilio (1985)



«Mai potrò dimenticare
Quel che accade un’altra volta.
Una notte ritornavo
Al fortino; un mercenario,
Che era già al mezzo sborniato,
Non si accorse che ero io.

Era un gringo cocoliche:
Neanche un’acca si capiva!
Chizzà poi di dove era,
E e proprio dire altro
Che “Io son pappoletano”.

Là di guardia si trovava
Ed, a acausa della sbornia,
Non riuscì a vedermi bene;
Tutta lì fu la mia colpa:
Per un niente s’impaurì
E pagai le spese io.

Al vedermi avvicinare:
Arto là”, quello gridò;
“Quale arto”, gli risposi.
“Chi va accà?”, gridò di nuovo;
Sottovoce replicai:
“Sarà vacca tua sorella!”

Detto fatto —Santo Iddio!—
Quello carica il fucile.
Mi chinai mentre quel boia
Mi sparò una schioppettata;
Era sbronzo e sparò a caso,
Altrimenti ero fregato.

Sull’istante fu quel botto
Come un ditto nel vespaio;
Venne fuori l’ufficiale
E il casino incominciò.
L’italiano restò là
E io dritto alla tortura!

Lì fra quattro baionette
Mi allungarono per terra.
Venne pure, mezzo alticcio,
Il Maggiore e mi gridò:
Tu fa’ il furbo! Ora t’insegno
A pretendere la paga!

Stretti ai polsi e alle caviglie
Quattro lacci ben toranti,
Sopportai certi strapponi
Senza dir nemmeno ahi!
Ma il gringaccio quella notte
Maledii e stramaledii.

Io non so perché il Governo
Manda proprio alla frontiera
Degli stranei che non sanno
Accostarsi ad un cavallo.
Forse crede di mandarci
Gente in gamba, del mestiere!

Danno solo dei fastidi,
Neanche sanno stare in cella;
Macellare? Stiamo freschi!
Io li ho visti tante volte
Che una vacca ribaltata
Non osavano toccare.

Lorsignori se la spassano
Parlottando, lingua in bocca,
Fin che arriva l’aiutante
A tagliargli la braciola.
Sono tanto delicati,
Sembran figli di papà.

Se fa caldo, non resistono;
Se fa freddo, loro tremano;
Se non offri tu, non fumano
Per non spendere in tabacco;
Se rimediano una cicca,
Se tra strappano di mano.

Se poi piove, hanno paura
Come il cane quando tuona.
Accidenti! Sanno vivere
Solamente tra i finocchi!
Né ci pensano due volte
Quando possono grattare.

Hanno gli occhi poco aguzzi
Hanno scarso comprendonio,
Non riescono a distinguere,
Quando passa un animale,
Se si tratta di uno struzzo,
Di una vacca o di un cavallo.

Se rincorrono gl’indiani,
Dopo un po’ di messa in scena,
Gli si scortiza il sedere:
Te li trovi seminati.
Tutto è come se nel nido
A covare andasse il gatto!»


José Hernández, Martín Fierro. La ida – La partenza. Testo originale con traduzione, commenti e note di Giovanni Meo Zilio. Buenos Aires: Asociación Dante Alighieri de Buenos Aires – Università degli Studi di Venezia, 1985.

Imagen: ilustración de Juan Carlos Castagnino (1908-1972); tapa del Martín Fierro, La ida - La partenza traducido por Giovanni Meo Zilio.


1 comentario:

  1. NECESITABAMOS UNA HOBRA DE TRADUCCION .... ESPEREMOS QUE HAGA "ENTENDER" EL ESPIRITU GAUCHO!!!!!!! NO SERA' FACIL ...

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