lunes, 1 de abril de 2013

L'Ambasceria straordinaria della Repubblica Argentina ricambia in Roma la visita di sua S. A. R., 10 aprile 1933

L'Ambasceria straordinaria della Repubblica Argentina ricambia in Roma la visita di sua S. A. R. il Principe ereditario. A Palazzo Venezia il capo della missione Ezequiel Ramos Mejía esprime a S.E. il capo del governo la simpatia e l'ammirazione della grande repubblica amica. 10 aprile 1933.

Video "Giornale Luce" B0244 del 1933



Archivio Storico Luce
http://www.archivioluce.com


Saluto di Benito Mussolini all’Ambasceria straordinaria della Repubblica Argentina, a Palazzo Venezia, il 10 aprile 1933.


«La storia del popolo argentino si può sintetizzare in una duplice mirabile lotta per l’indipendenza, e contro l’avversa natura per la prosperità del suo popolo. In entrambe le lotte, fianco a fianco con i vostri grandi costruttori dell’Argentina moderna, noi troviamo uomini della nostra stirpe.
Nella nobile schiera dei San Martin, dei Rivadavia, dei Pueyrredon e di altri a cui si riattaccano, signor Ambasciatore, le tradizioni stesse della vostra illustre famiglia, noi troviamo Manuele Belgrano, figlio di liguri ed eroe della indipendenza argentina. E nella più vasta schiera di costruttori, di dissodatori, di capitani d’industria, noi troviamo un apporto generoso di gente della nostra razza.
Il sentimento di fraternità italo-argentina è, dunque, cementato da comunanza di civiltà, di cultura, di lotta e di lavoro. Manifestasosi nelle fervide accoglienze fatte dalla Nazione argentina a S. A. R. il Principe di Piemonte, esso trova piena rispondenza nelle affettuose accoglienze che il popolo italiano vi ha tributato fin dal primo momento che avete posto piede sul nostro suolo.
Il popolo italiano, dai lavoratori e navigatori agli uomini di pensiero, conosce la vostra Nazione, la sua tradizionale ospitalità, la simpatia per la cultura italiana.
Dai tenaci agricoltori che, approfittando della varia successione delle stagioni, traversano nello stesso anno due volte l’Oceano per compiere un raccolto nel vecchio mondo e uno successivo nel nuovo, agli insigni studiosi che portarono nelle vostre Università lo spirito della civiltà italiana, agli uomini del commercio e dell’industria, tutti conobbero l’intelligenza e la cordialità del vostro popolo e fecero conoscere ed apprezzare il lavoro, l’ingegno, la scienza, la fede del popolo italiano. Uno dei nomi a noi più cari, quello di Giuseppe Garibaldi, divenne un nome caro anche per voi e sulle piazze delle vostre belle città scorsero monumenti in suo onore: e non per volontà di soli italiani.
Perfino l’aspetto, dirò così, visivo della vostra capitale, grande metropoli latina di oltre Oceano, rivela la fondamentale identità dei motivi sviluppatisi dal ceppo della nostra Civiltà comune. L’atmosfera architettonica della Buenos Aires monumentale accoglie familiarmente quelli di noi che si recano tra voi e placa loro la nostalgia della lontananza con l’aspetto accogliente quasi di volti ben noti. Del resto, una tradizione più volte secolare vuole giunta dall’Italia l’immagine della Vergine che don Juan De Garay consacrò nella prima chiesa di Santa Maria de Buenos Aires.
La Nazione Italiana, che ha seguìto con profonda ed affettuosa simpatia la grande Nazione Argentina, la sua mirabile ascensione perseguita con fede, tenacia, intelligenza, è lieta e fiera dei vincoli di sincera amicizia che per virtù dei due popoli e per volontà dei nostri Governi sono destinati a rafforzarsi ed allargarsi in avvenire, con reciproco vantaggio dei nostri due Paesi e nell’interesse della collaborazione pacifica tra tutti gli Stati.»

Bibliografía: Orano, Paolo (a cura e con prefazione di), L'espansione coloniale. Collana "Le direttive del Duce sui problemi della vita nazionale". Roma: Casa Editrice Pinciana, 1937.



No hay comentarios:

Publicar un comentario

Nota: solo los miembros de este blog pueden publicar comentarios.