«NOTA BENE
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Questo “Manuale dell’Emigrante Italiano”
non è altra cosa che il “Vade-Mecum” che vide la luce in coda al 1.° volume di La Repubblica Argentina Annuario dell’Emigrante Italiano – Anno I,
1905.
Ha mutato nome per adottare un titolo
più comune, più usuale, sebbene esso non dica più esattamente e meglio dell’altro
l’uso al quale le seguenti pagine devono o dovrebbero servire.
Questo “Manuale” non pretende d’insegnare
il modo come si emigra alla Repubblica Argentina, ma si riserba il modesto
compito di ennumerare, per sommi capi, tutti quei suggerimenti che possono
riuscire opportuni, utili e fino a un certo punto necessarii a tutti coloro che
vogliono emigrare e scelgono l’Argentina per punto d’arrivo; norme, consigli,
suggerimenti che sono addiventati il patrimonio di tutti coloro che
attraversarono l’oceano per mettere piede in terra straniera e, ciò non
pertanto, restano ancora un’incognita per moltissima gente, mentre possono
servire a risparmiare disinganni, ad alleviare dolori, ad attenuare miserie.
Ha cambiato di posto, perchè è bene che
questo “Manuale dell’Emigrante”, pur essendo parte integrante del volume La Repubblica Argentina “Annuario dell’Emigrante Italiano” – Anno
II, 1906 – addiventi una cosa a sè, rappresenti un libro nel libro. In questo
modo crediamo accontentare tutti i gusti ed eliminare ogni difficoltà.
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Quest’anno, più che negli altri, in particular
modo per la mostra di Milano, moltissimi saranno coloro i quali si
scervelleranno per dare alle stampa precetti e regolamenti per gli emigranti
italiani che si dirihono alla Repubblica Argentina, sicuri, in cuor loro, di
avere scoperta la pietra filosofale che placa le furie dell’oceano, debella le
ire del mal di mare, ingentilisce la ingordigia degli armatori, illumina l’ignoranza
e la buona fede di tanti poveri braccianti, preparando alle turbe italiche
quell’Eldorado che invano affannosamente cercarono gli avventurieri spagnuoli.
Questo “Manuale” non appartiene a tale
schiera.
Se è vero, come affermava il Guerrazzi,
che l’esperienza non scrive nulla nel cuore dell’uomo, è eziandio certo che
essa lascia un’orma incancellabile nel seno delle generazioni; diversamente non
si spiegherebbero le modificazioni , le trasformazioni, i miglioramenti che,
attraverso gli anni, si succedono, suggerendo confronti e destando la
meraviglia. Quanta differenza tra l’emigrante del secolo scorso e quello di
questo inizio di secolo!
Lasciamo da parte tutte le
regolamentazioni, tutta la congerie di leggi e decreti che si studiano di
sistemare l’emigrazione come un servizio pubblico; la trasformazione, le
modificazioni, i miglioramenti si sono prodotti, si manifestano, si valutano
nella psicologia delle masse che, spinte da nuovi desiderii e da più vive
speranze, si decidono a lasciare la propria patria per correre verso nuove
terre. Il fatto stesso della emigrazione temporanea che, da un decennio a
questa parte, si va allargando in maniera sorprendente, prova la verità del
nostro asserto. Ora andate ad insegnare a tutti quei contadini il modo di
viaggiare, parlate loro degl’inganni che debbono schivare, delle malizie che
debbono mettere in opera e vi sentirete rispondere cose che susciteranno lo stupore
di molti sapienti nostrani, che non hanno ancora appresa su per i libri tutta
la geografia che quei contadini hanno imparato viaggiando.
Quindi le formule sono inutili; i
trattatisti che si danno l’aria di specialisti indispensabili, debbono ascoltare
molte cose dalle bocche ingenue di quegl’ignoranti che, come le rondini,
partono in frotta dai loro paesi in autunno e vi ritornano d’estate, facendo un
via-vai tra i campi italici e le pampe argentine, quando biondeggiano di spighe
e verdeggiano di viti cariche di pingui grappoli.
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In questo “Manuale” dunque ricordiamo e
coordiniamo, per quello che le nostre forze permettono, ciò che tutti sanno.
Perciò questo “Manuale” è più voluminoso del “Vade-Mecum”, e, di anno in anno,
per registrare quanto l’esperienza delle moltitudine ci verrà insegnando, con i
reclami, con i lamenti, con le proteste, andrà sempre più aumentando di mole.
Perciò questo “Manuale” non è un
ricettario, non contiene formule, ma ripete i consigli delle generazioni che
hanno attraversato l’oceano per recarsi a dissodare i campi del Plata, per
andare a fondare nuove città, per faticare ad aprire nuove vie, concorrendo
alla vivificazione di un popolo, contribuendo largamente alla formazione di una
nuova nazionalità.
Nessuna pagina di questo libro è stata
scritta di maniera, o seguendo gl’impeti della improvvisazione, perchè tutte le
materie trattate, tutti i consigli raggruppati nei volumi di Repubblica Argentina – Annuario dell’Emigrante Italiano – rispecchiano
studii serenamente compiuti, vita variamente vissuta, leggi fedelmente
trascritte; perchè lo scopo di questi volumi è quello di concorrere, con tutto
l’entusiasmo, a rendere sempre più igieniche le correnti migratorie che, dall’Italia,
si spingono al Plata. Giacchè le leggi, di per loro stesse insufficienti,
abbracciano appena una meschinissima parte, il viaggio dell’emigrante, ma se
poi esso è vinto nella lotta per la vita che deve combattere in paese straniero,
viene abbandonato alla carità di patronati che, o non posseggono i mezzi per
esplicare convenientemente la loro azione, o, se li hanno, si studiano di
conservarli e aumentarli per opere filantropiche di là da venire; di modo che,
al povero emigrato succede come a quei soldati, ai quali si dà ogni
facilitazione perchè vadano alla guerra e non li si soccorre quando restano
mutilati in una battaglia.
Tutte le guerre, sommate assieme, non
hanno fatto tante vittime quanto l’emigrazione. Studiare questo fenomeno così
complesso guardando i dettagli e trascurando l’assieme, è lo stesso che
preoccuparsi della febbre che affligge un ammalato, senza darsi conto della
causa che la produce.
Per questo appunto noi chiediamo al
pubblico tutto il concorso che esso può dare, allo scopo di migliorare questo “Manuale
dell’Emigrante”. Il pubblico che emigra, che sta per emigrare, il pubblico che
osserva, che ama, che ha palpiti e si preoccupa della sorte di tanta povera
gente che abbandona la patria, può, meglio degli altri, dare a noi suggerimenti
e consigli, perchè, migliorando l’opera nostra, essa, dalle pagine di questo
libro, s’irradii sui nostri fratelli che scelgono l’Argentina per la
realizzazione di nuove speranze.»
Edoardo Spiotti, La Repubblica Argentina. Annuario dell’Emigrante Italiano. Anno II –
1906. Genova: Stabilimento della Soc. An. Industrie Grafiche ed Affini già Fratelli
Armanino, 1906.
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