La Patagonia del Padre Alberto De Agostini
«E allora, dov’è la Patagonia di De Agostini?
Ripasso mentalmente alcuni scritti del sacerdote. Anche lui
aveva registrato un rapido cambiamento, specie dopo le scoperte dei ricchi
giacimenti petroliferi. Se ne era accorto negli ultimi anni della sua vita.
Però non c’erano ancora i turisti e i viaggiatori si contavano sulle dita di
una mano.
E ancora una volta i pensieri mi portano verso una direzione
sbagliata. Quasi temessi che non abbia senso cercare nelle cose che vedo oggi
la Patagonia di De Agostini.
Riprendo il mio viaggio. Una chiacchierata con Alberto mi
accompagna verso un sonno inquieto.
“ Mi chiedo ancora: dov’è la tua Patagonia? Dove posso
cercarla? In questo viaggio tornerò nei luoghi che hai frequentato e forse ne
scoprirò di nuovi”.
E lui che scuote la testa e mi porge un buon consiglio:
“Non aver fretta, ci vuole pazienza per ritrovare quei posti.
È facile arrivarci, più difficile trovare il senso del mio cammino”.
Dobbiamo cercarlo assieme, quel senso, in questo viaggio.
“E voglio dirti un’altra cosa, spiegarti il vero significato
della Patagonia, proprio quello che sfugge ai miei eruditi confratelli: questa
è la terra nuova, aperta ai venti e ai migranti, fatta di gente che viene dagli
sperduti angoli della vecchia Europa. Non somiglia a nessun’altra terra, e
forse aveva ragione Darwin, a trovarvi spunti per la nostra evoluzione e a
desiderare di tornarci e restarvi a lungo. La Patagonia è così lontana da tutto
da trattenere forte il sapore della libertà”.
Sì, è proprio vero. Questo è il mondo nuovo costruito da
pastori, mandriani, cacciatori di pelli e cercatori d’oro. Chi scendeva dalle
navi o dal treno si trovava dinanzi uno sterminato vuoto, pietroso e brullo,
senza alberi e con laghi bianchi di sale. Dopo, ma molto dopo, c’era la cordigliera.
E i laghi di sette colori, i ghiacchiai eterni.
Ma Alberto mi trasmette ancora un pensiero: “Sì, la Patagonia
era bella così. I pionieri l’avrebbero dovuta rispettare. Avrebbero dovuto
vivere le loro nuove vite in pace con gli indios e crescere i loro figli con l’amore
per la diversità... però così non è stato”.»
Barbini, Tito, Il
cacciatore di ombre. In viaggio con Don Patagonia. Firenze: Valecchi, 2011.
Imágenes: Padre Alberto María De Agostini en
la Patagonia, con su máquina fotográfica; el Macizo del Paine y el Alto Valle
del Francés, en la Patagonia, fotografía del Padre De Agostini.
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