miércoles, 25 de enero de 2017

Sul movimento dell'emigrazione dall'Italia e sulle cause e caratteri del medesimo, de L. Bodio (1886)




«Argentina. – Il grado di stabilità dell’occupazione degli emigranti all’Argntina, dipende dalla professione che vi sanno esercitare. Gli artigiani trovano quasi sempre lavoro continuo nelle diverse officine; gli agricoltori anche più facilmente; invece lo sterratore, il manovale, l’uomo di fatica seguono la sorte del lavoro temporaneo a cui sono addetti.
Generalmente il lavoro è rimunerativo. Il prezzo giornaliero della mano d’opera per gli operai ed artigiani è, in città, dalle 8 alle 9 lire, e nei piccoli centri dalle 6 alle 7; ma il costo della vita è proporzionalmente elevato
Sono frequenti tuttavia le questioni fra sorveglianti, direttori ed operai, e finchè durano, gli ultimi sospendono la prestazione dell’opera loro e gli altri il pagamento delle mercedi.
Vi ha però un’altra classe di persone, la quale non può incontrare che miseria e privazione, ed è quella di coloro che non hanno professione arte o mestiere determinato, e che per le condizioni in cui sono nati e cresciuti, non possono adattarsi a lavori troppo umili o di fatica.

               Statistica italiana                                                       Statistica argentina
1880                     12,003                                                                      18,416
    81                      15,899                                                                       20,506
    82                      22,997                                                                      25,560
    83                      24,127                                                                       26,828
    84                      31,927                                                                       30,347
    85                      37,710                                                                       57,827

Cause presumibili dell’aumento verificatosi dal 1882 in poi, furono le inondazioni del Veneto e lo speciale reclutamento che fu fatto per conto del governo provinciale di Buenos Aires pei lavori della capitale. Ma si prevede che questo movimento ascendente avrà una sosta, sia per l’affluenza degli arrivati in una sola volta (a causa delle sofferte quarantene), sia per la crisi economicha che attraversa il paese, sia infine per l’incuria ed imprevidenza del Governo Argentino nel prendere i provvedimenti necessarî ad assicurare all’emigrante lavoro lucrativo.
Sono queste le cause per cui, mentre in Italia si spopolano interi villaggi, dalle regioni Platensi si produce una controcorrente di emigrazione nei paesi limitrofi e massime nel Brasile.
Il Regio Console calcola che negli anni 1880-81 e 82 la media dei nazionali che hanno fatto ritorno in patria possa ritenersi di 25 a 30 per cento degli arrivati negli stessi anni, mentre la proporzione sarebbe salita a 35 o 40 per cento nel 1883 e nel I° semeste del 1884.
Rosario di Santa Fè – L’immigrazione nei porti delle provincie interne dell’Argentina non è diretta, ma viene da Buenos Aires, ove gli immigranti sbarcano e sono spediti per le diverse destinazioni. Il numero quindi degli immigrati arrivati nei porti del Rosario è compreso in quello degli entrati nel porto di Buenos Aires. Vi fu tuttavia un arrivo diretto nel gennajo del 1883, col piroscafo ‘Elisa’, che portava 470 passeggeri, presi, la maggior parte, in Europa pei lavori delle ferrovie.
L’elemento meridionale italiano si ferma solitamente a Buenos Aires; il settentrionale si spinge nelle campagne e quindi affluisce a Rosario.
È facile trovare un’occupazione, specialmente nei lavori agricoli: non difficili i buoni guadagni e i conseguenti risparmi, per color che abbiano saldi propositi, siano sobri e disposti a fare qualunque mestiere.
Arrivarono nei porti di Rosario e di Santa Fè, nel 1883, 7,361 Italiani; 865 Francesi, 763 Svizzeri; 471 Tedeschi; 410 Spagnuoli. In totale 10,241.
Hanno interesse per noi grandissimo le leggi che fanno le Repubbliche Platensi rispetto all’immigrazione. Fino al settembre del 1884 la legge argentina non permetteva di fare gratuite concessioni di terreni agli immigranti, benchè ne agevolasse l’acquisto al prezzo di 10 scudi l’ettaro, e accordando il pagamento in 10 anni. I terreni da alienarsi a questi patti non potevano superare le mille leghe quadrate.
Il 27 settembre 1884 il Congresso argentino votava però un’altra legge (prmulgata il 2 susseguente ottobre) per la concessione gratuita di terre nazionali per colonizzazione, a favore di cittadini argentini o forestieri aventi lettere di cittadinanza.
Costoro non debbono essere già proprietarî di terreni nella Repubblica; devono avere più di 22 anni di età; far domanda della concessione per loro uso e beneficio, e non per favorire terze persone; occupare le terre entro 5 anni; erigersi un’abitazione; introdurre bestiame per un determinato valore proporzionale; obbligarsi alla coltivazione ed a fare le piantagioni volute.
Gli immigrati italiani che hanno contratti col Governo argentino, o quelli che al loro arrivo dichiarano di voler essere considerati come immigranti agli effetti della legge sulla concessione delle terre, sono ricevuti in apposito locale e per 5 giorni sono mantenuti a spese del Governo; indi vengono spediti o sui lavori ferroviari per conto dello Stato od alle colonie governative.
In queste il colono deve rimborsare in tre anni il governo delle somministrazioni fattegli. Allora soltanto riceve i titoli di proprietà del suo lotto. Questo lotto, dovendo però essere prima misurato, siccome la misurazione si fa sempre aspettare, avvengono spesso inconvenienti e guai.
Se poi la siccità, le locuste, ecc., mettono il colono nell’impossibilità di pagare la quota annuale, egli soffre vessazioni dagli esattori, e viene talvolta spogliato del suo possesso.
In massima l’esecuzione piò o meno corretta, da parte dell’autorità argentina, dei contratti da essa stipulati per mezzo dei suoi agenti è aleatoria e dipende molto dall’arbitrio di questi.
Circa l’acquisto di beni immobili nell’Argentina si osserva che la mancanza di un catasto e la deficienza ed irregolarità dei registri federali e provinciali rendono spesso impossibile di constatate l’autenticità di un titolo di proprietà sui terreni del vastissimo territorio argentino. Le liti sono per ciò frequenti e interminabili contro i compratorio, anche in buona fede, di terre su cui vantano primitivo diritto di proprietà, lo Stato e le provincie or i terzi.»


L. Bodio. Sul movimento dell’emigrazione dall’Italia e sulle cause e caratteri del medesimo. Roma, Società Geografica Italiana, 1886.

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