miércoles, 25 de enero de 2017

L’Argentina e l’emigrazione italiana, de Dionisio Petriella (s/f)



«Il nostro emigrante, in una città argentina, potrà divertirsi più o meno come in una città italiana. Se ha passione per il cinema, con una somma che va da 15 a 150 lire potrà vedere un bel film comodamente seduto e senza che lo molesti l’aria viziata, perchè nei numerosi cinematografi argentini (solo a Buenos Aires ve ne sono più di 150), vi è molto spazio tra le file di poltrone, nessuno fuma, nè uomini nè donne, e nessuno si toglie la giacca.
Se preferisce il football, ha nella sola Buenos Aires da scegliere tra una decina di stadii monumentali affollati ogni domenica da centinaia di migliaia di tifosi.
Il football però ha un concorrente serio nelle corse dei cavalli, una passione ancestrale dei creoli per i quali costituisce una vera piaga sociale come il banco lotto per l’Italia, tante sono le scommesse che gli argentini d’ogni classe sociale giocano nei numerosi e splendidi ippodromi della Repubblica. Il nostro emigrante vada al football, ma lasci stare i cavalli, perchè la corsa, carrera, è una passione contagiosa e costosa. Le persone serie in Argentina hanno orrore del carrerista, che vive con l’ossessione costante del suo cavallo favorito, a tal punto che la qualifica di carrerista è sufficiente per frustrare un buon impiego o la possibilità di un matrimonio. Questo va tenuto molto in conto dai nostri emigranti scapoli, perchè la donna argentina ha fama di essere bella e virtuosa.
Contrariamente a quanto si crede la corrida de toros è sconosciuta in Argentina, perchè severamente proibita dalla legislazione locale, molto favorevole alla protezione degli animali.
Nella campagna, il nostro emigrante sellerà un cavallo (troverà sempre l’amico che glielo presti, finchè non abbia il suo) e andrà a dominguear al pueblo. Quivi non gli mancheranno compagni per una partita a bocce o per un tressette o scopone; finch
è anche lui non sia conquistato dalle grazie del truco, un bellissimo gioco creolo eseguito con il nostro mazzo di carte in una o più coppie di giocatori, che usano esprimersi in versi! Nelle grandi occasioni si hanno corse di cavalli, la taba ed altri giochi proibiti, e balli creoli, (il gato, la zamba, la chacarera, etc. che si ballano separati e son tutti graziosi e castissimi) i quali, a poco a poco, vanno cedendo il passo al tango, il foxtrot, la rumba ed altri balli cittadini meno casti.»

Dionisio Petriella. L’Argentina e l’emigrazione italiana. Con prefazione di Vittorio Emanuele Orlando. Buenos Aires: Asociación Dante Alighieri, s/d.



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