lunes, 1 de junio de 2020

La storia (quasi vera) del milite ignoto raccontata come un’autobiografia, Emilio Franzina (2014)





«La nostra nave, sul cui ponte lavato di fresco passeggiai a lungo nervosamente in attesa che la sirena desse l’annuncio della partenza, era arrivata dal Plata con già a bordo un carico nient’affatto dissimile dal nostro, anche se assai più numeroso, di volontari argentini e uruguagi saliti a Buenos Aires e a Montevideo. Mollati gli ormeggi e superate le iniziali diffidenze che nutrivano a pelle verso costoro, come incombeva ad ogni buon brasiliano nei confronti dei gauchos per quanto, al pari di noi, tutti italiani o italo discendenti, io e altri due volontari paulisti ai quali mi sarei maggiormente legato (Italo Mauzzi perché borghigiano del Brás e sfegatato tifoso della Palestra Italia che poi morì sul Carso e Renato Bellucci perché redattore del “Fanfulla”, grande appassionato di ciclismo e saltuario cliente della tipografia in cui lavoravo) facemmo amicizia abbastanza in fretta anche con questi riservisti portegni. Specie con soggetti allegri come i due fratelli Carlito e Americo Peretti, figli di un grosso commerciante veneto di Buenos Aires in affari con la potente ditta Facchinetti, nati e cresciuti entrambi tra San Telmo e la Boca del Riachuelo. Più difficile fu legare, devo ammettere, con qualcun altro degli argentini come Ferdinando Indelicato, uno spilungone di origine ligure, rampollo di famiglia clericale abbastanza doviziosa, che non a caso diventò poi tnente e s’imboscò, appena arrivato dal corso allievi ufficiali di Modena, in un ufficio di maggiorità romano a ordire trame d’ogni tipo sino a diventare, per le sue fitte relazioni, addirittura maggiore senza aver mai passato neanche un giorno al fronte e non perché temesse gli austriaci o gli assalti, bensì perché disdegnava, da buon hidalgo, di mischiarsi con i soldati semplici e con la gentucola delle trincee. Ma l’antipatico Indelicato costituiva, per fortuna, soltanto un’eccezione. Il resto della combriccola argentina era amichevole e compensò il fastidio della sua presenza a bordo mentre la nave, frattanto, acquistava sempre più velocità costeggiando ancora per un poco le rive brasiliane dell’Atlantico.
La nostra avventura, insomma, stava davvero incominciando.»

Emilio Franzina, La storia (quasi vera) del milite ignoto raccontata come un’autobiografia. Roma: Donzelli, 2014.



Entrevista a Emilio Franzina: UNIVR Magazine



Anselmo Ballester, allegoria del milite ignoto, incoronato dalla Vittoria alata all'Altare della Patria, 1921.





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