Un encuentro en Ushuaia
"Cè anche un italiano nell'ergastolo che fa il capocarpentiere. Insegna l'arte dell'incisione in legno agli altri deportati e non disdegna i conforti religiosi del padre salesiano Torres.
[...]
È là in un angolo del cantiere, curvo vecchio
tremante con una catena al piede e un globo di marmo che lo accompagnerà fino
alla tomba. Sta sbozzando una madonna di legno che da sola vale a farmi capire
che quel vecchio è figlio, se pur indegno, della nostra terra. Gli parlo in
italiano e lui alza su le mani mostrandomi il suo lavoro.
-Chi siete.
-Non so.
E con il dito mi fa vedere un numero stampato
sulla sua giubba: 307!
-Signore mio, son trent’anni che non vedo un
volto di donna, ma mi ricordo sempre di mia moglie, in ogni ora del giorno, e
vorrei che tutte le mie statuette fossero belle com’era bella lei. Signorino, me
disculpe; no me recuerdo mas l’idioma de mi tierra. E mi perdoni se mi
trovo qui.
Lo lasciamo così. E lui che ha sentito parlare quella lingua che una volta era la sua rimane stordito a guardarci e oscilla la testa come se volesse dire di sì, con gli occhi gonfi di lacrime senz'altro gesto e senza una parola."
ARDEMAGNI, Mirko, Viaggio alla Terra del Fuoco e in Patagonia. Milano: Casa Editrice Giacomo Agnelli, 1928.
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