Colui che ritorna
“Era appena
cominciata la lezione, quando la porta si spalancò, e comparve il padre di
Giuilio Valori, tutto ben vestito come per una festa, seguito dal figliuolo,
cogli abiti della domenica anche lui, e una letizia nel viso come non aveva
avuta mai. Giunto vicino al maestro, il signor Valori gli disse:
- Son venuto a
salutar lei ed i compagni di Giulio, perchè torniamo in Italia. –
A queste parole
seguì un «oh» di tutti, tanta fu la meraviglia di ciascuno a quella notizia così
inaspettata.
Giulio non aveva
fatto nulla intendere del grande avvenimento che si preparava. E i compagni non
potevano davvero immaginarlo, neppure se da due giorni egli non andava a
scuola.
Mentre il maestro
e il signor Valori parlavano tra loro, Giulio si avvicinò ai banchi, e offrì la
mano a quelle che si tendevano per stringergliela.
Nella scolaresca
si levò un mormorio nervoso ed ardente, sommesso però e contenuto. Ciascuno voleva salutare il piccolo condiscepolo che
tornava in Patria, e si affanava perchè gli giungesse la sua voce. Ma i saluti
erano come velati dalla commozionbe. V’era in quei bisbigli tanta passione e
tanto dolore, un fremito di desiderii, che si facevano più cocenti nello stesso
tempo in cui la speranza veniva a mancare.
No, Giulio Valori
soltanto se ne tornava nella terra bella, nella terra delle preghiere e della
poesia, nella patria dei Santi più grandi, dei geni più gloriosi, nel paese dei
martiri e degli eroi, là dove tutti sono Italiani, e amano la stessa Patria, e
parlano la lingua di Dante!... Soltanto Giulio partiva verso le belle marine
azzurre, verso le colline allegre, verso i villaggi cinti di torri eppure umili
e devoti sotto il profilo degli alti campanili.
Quando giunse
vicino ad Antonio, e gli disse: «Vado a riveder la mamma», questi gli gettò le
braccia al collo, senza poter pronnunciare una sillaba. Le loro lagrime si
confusero.
Allora tutti i
compagni vollero abbracciare Giulio, l’uno dopo l’altro, e il maestro e il
babbo si rivolsero a guardare con occhi umidi,
- Poveri
figliuoli! – disse il maestro al signor Valori. – Vorrebbero seguirvo tutti
quanti! –
E poi agli
alunni:
- Assai vi onora
che sentiate a questo modo il richiamo della Patria. È il desiderio più gentile
e più nobile che possa albergare nella vostra anima. Ma in spirito ci tornerete
anche voi, in Italia, quando vorrete. Basta averla fortemente nel cuore per
esserle vicini, per sentirla, anche se intorno si odano lingue e si scorgano
insegne d’altre genti. Giulio Valori intanto la saluterà per tutti voi, la
nostra terra, ed anche per me, non è vero? –
Il piccolo Giulio
gli si avvicinò accenando di sì col capo. Ma quando fece come per baciargli la
mano, il maestro lo trattene e, chinatosi sopra di lui, gli pose le labbra
sulla fronte.”
Buonaiuti, Alarico, Italia lontana. Libro di lettura per le
classi superiori delle scuole elementari italiane all’estero. Premiato e
approvato dal Ministero degli Affari Esteri. Vol. Primo. Firenze: R. Bemporad
& Figlio – Editori, 1925.
Ilustración: de la novela Cuore, de Edmondo De Amicis. Milano: Fratelli Treves, 1886.
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