viernes, 24 de agosto de 2012

Folco Testena, traductor del Martín Fierro al italiano



El siguiente texto introduce la primera traducción al italiano del Martín Fierro y de La Vuelta de Martín Fierro, realizada por el periodista italiano Folco Testena[1], en Argentina, y publicada en 1935 en la Editorial de Arsenio Guidi Buffarini, ubicada en la calle Junín 845 de Buenos Aires.


Avvertenza[2]

Pubblicando nel giugno del 1930 la prima parte di questo poema, scrivevo:
«La prima edizione del mio Martín Fierro in italiano è dell’aprile 1919; d’allora molte e molto belle e dotte cose furono scritte e stampate intorno al poema di José Hernández; poema destinato ormai a essere la rapsodia epica della gente argentina, non perché tale nacque, ma perché tale la vollero e la vogliono i dotti e il popolo. Non so se Martin Fierro, quale personaggio, valga più del Cid Campeador; so che il poema di Martin Fierro ha la stessa fortuna del “Romancero”.
«Ho coscienziosamente letto e apertamente ammirato le molte cose erudite pubblicate nell’ultimo decennio e ispirate da questo poema. Ma di tanta erudizione non ho potuto trar vantaggio rivedendo la mia traduzione; la quale uscì a luce trascinando il peso di un proemio lunghissimo, infarcito di melanconia e di considerazioni critiche più presuntuose che solide. Quel che c’era di sostanziale in quel proemio, spogliato d’ogni frasca, il lettore potrà trovarlo, avendone voglia, sparso nelle noterelle che seguono ogni canto.
«Tutte le strofe di questa nuova edizione sono state rimaneggiate. Ma, benché io abbia la certezza di aver migliorato di molto la traduzione primitiva, m’auguro di non dover fare una nuova ristampa, perché con ogni probabilità sarei tentato a rifare il lavoro da cima a fondo. Non bisogna essere egoisti; bisogna lasciar qualche cosa da fare ai nostri figli: non foss’altro, convien lasciar loro l’incombenza di correggere qual che noi facemmo male.»
Occorsero cinque anni a rivedere e, si può dire, rifare la seconda parte, che appare adesso, insieme alla prima, e per la quale può valere la breve avvertenza surriportata, con la sola differenza che il lettore troverà le noterelle raccolte in fondo al volume.

* * *

Ho messo il più che possedevo d’amore e d’ingegno in quest’opera difficile e grata che occupò per oltre venti anni le mie ore di riposo dal lavoro quotidiano; vita e mezzi aiutando, non v’ha dubbio che sarei tentato e mi sarebbe caro ripigliare la bella fatica dal primo all’ultimo verso pur avendo coscienza che l’opera sia decorosa e degna e utile nonostante le mende.

* * *

Questa ristampa ha una piccola storia. Quando cinque anni indietro uscì il volumetto della prima parte della traduzione rifatta, Arsenio Guidi Buffarini, che è tanto buon editore come buon italiano, felicitandosi meco e incuorandomi a continuare la revisione alla seconda parte, prese impegno di pubblicare con i tipi della sua Casa l’opera completa. Io, finito il lavoro di revisione, non ebbi cuore di abusare della sua amicizia ricordandogli l’impegno; ma il 10 dello scorso dicembre l’Argentina rammemorò il primo centenario dalla nascita dell’autore del Martin Fierro; e gli oratori ricordarono la mia traduzione del poema, e i giornalisti –noi giornalisti siamo sempre pettegoli– chiesero, seppero e ridissero che io avevo pronto il poema nella nuova dizione italiana; così lo seppe anche Arsenio Guidi Buffarini, e volle mantenere l’impegno; il che, con i tempi che corrono, così poco propizi alla poesia, non solo è una bella prova d’amicizia, ma è un gesto editorialmente eroico; poichè l’editore non può aver pensato, nemmeno in sogno, di rifarsi le spese.

* * *

Questo libro rimarrà, nonostante i suoi difetti, il più de’quali va addossato certamente alla modestia delle mie forze, ma non pochi de’ quali sono inerenti a insormontabili difficoltà di traduzione. Questo libro rimarrà perché lo avranno caro i nostri nepoti argentini che abbiano la gioia di amare la nostra lingua; e rimarrà anche perché non sarà facile che sorga un altro poeta di corto volo (i grandi poeti cantano i loro canti) che occupi in letizia le sue ore a ritradurre questo poema e sarà impossibile che ve ne sia uno che ami maggiormente l’Argentina.
Il Grand’Uff. Arsenio Guidi Buffarini, che ha reso possibile la pubblicazione di questo libro, condivide in tutto il mio amore per la patria di Martin Fierro; e mi pare di non essere immodesto se affermo che lui ed io, per il sicuro amore alla patria nostra e a questa patria del nostro lavoro, abbiamo acquisito il diritto di far questa offerta in nome dei nostri connazionali.

Buenos Aires, maggio del 1935.
Folco Testena




[1] Folco Testena - seudónimo de Comunardo Braccialarghe - (Macerata, 1875 - Buenos Aires, 1951) es autor de numerosos libros. Entre ellos, poesía de la juventud: I canti del carcere (Macerata, 1896), Alle donne in nome di Oberdan (Macerata, 1901), I canti umani (Firenze, 1902); novelas de la revolución: Roveto ardente (Milano, 1906); Fine di Regno (Milano, 1907), Repubblica (Roma, 1909); libros del período fascista: La Spagna come la trovò Primo de Rivera (Città di Castello, 1922), La barca di Caronte. Romanzo (Città di Castello, 1923), L’espiazione massonica (Milano, 1927), Quién es Mussolini (Buenos Aires, 1931), Los 20 días de un socialista en la Roma de Mussolini (Buenos Aires, 1934); libros de la guerra: Tripoli e la Cirenaica (Buenos Aires, 1911), Nel nome d’Italia (Buenos Aires, 1910), La leggenda di Marco Craljevich (Buenos Aires, 1914); otros varios como Serenella. Romanzo (Buenos Aires, 1915), Le memorie di un signore qualunque. Romanzo (Buenos Aires, 1915), I misteri del conventillo. Romanzo (Buenos Aires, 1917), Appunti (Buenos Aires, 1911), La Riviera Ligure e le sue bellezze (Buenos Aires, 1926), Il Gringo. Liriche (Buenos Aires, 1928), Il Gaucho. Liriche (Buenos Aires, 1929), L’amore che torna a fiorire (Buenos Aires, 1933). Tradujo diferentes obras del español al italiano: Lo specchio della Fonte de R. A. Arrieta (Buenos Aires, 1915), Melpómene e Ninfea de A. Capdevila (Buenos Aires, 1916), Martín Fierro de J. Hernández (Buenos Aires, 1918 y 1935), Le amene avventure di un nipote di Juan Moreira. Romanzo de J. Payró (Buenos Aires, 1918), Minime de Pedro González Prada (Buenos Aires, 1920), Canti di Fede de Emilio Frugoni (Ciità di Castello, 1923), Campo incolto. Prose de Constancio C. Vigil (Nemi, 1923), Poemi della madre de Leguizamón (Buenos Aires, 1927), L’Antologia dei Poeti Argentini (Milano, 1927). Inédita las traducción, entre otras, de Le mie montagne de Joaquín V. González. Escribió también teatro en español y en italiano.
[2] Hernández, José, Martín Fierro e La Vuelta de Martín Fierro. Versione italiana di Folco Testena. Buenos Aires: Editorial A. Guidi Buffarini, 1935.

Ilustración de Juan Carlos Castagnino (1908-1972) para la edición de Martín Fierro publicada por EUDEBA.

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