Utopías y especulaciones.
Advertencias en el Manuale dello emigrante italiano all'Argentina (1913).
Il sogno dell'emigrato [1]
Dinanzi a tanti esempi di colonizzazione propriamente detta, e
tenendo conto del leggittimo desiderio dell'emigrato, di possedere un lotto di
terra, è naturale la vostra domanda: - Che probabilità ho io, ultimo arrivato,
di poter possedere uno di questi lotti? - Vi rispondo che nelle terre
particolari la probabilità non è veramente molta, non perchè manchi terra da
vendersi, ma perchè la speculazione ne ha elevato il prezzo molto al disopra
della potenzialità finanziaria dell'emigrato, specialmente nelle località più
centrali della Repubblica.
I territori
Questa probabilità cresce man mano che ci si allontana dai
centri più popolati e si procede verso i Territorios,
ancora per massima parte disabitati e non tutti adatti all'industria agricola
propriamente detta. Il Governo argentino si preoccupa molto di questa
difficoltà che incontra l'immigrante nel collocarsi e si sforza a costituire
nuove colonie sullo stampo di quelle antiche, che tanto impulso dettero
all'agricoltura; ma gli sforzi non sono ancora coronati di buon risultato;
perchè certe terre poco fertili, dei territori, per es., della immensa
Patagonia, non sono colonizzabili come erano quelle del centro della
repubblica, le quali davano lavoro e pane a una densa popolazione agricola.
Terra governativa
Senza subbio il governo argentino, possiede moltissima terra,
che noi diciamo demaniale, e all'Argentina chiamasi fiscale, e nel 1903 fu
appunto votata una legge, alla quale tenne dietro il relativo regolamento, per
riservare e distribuire le terre da colonizzarsi.
La legge
delle Terre
Conviene che io
vi dichiari subito che, per quanto sieno vastissime le zone di terra demaniali
(fiscal) di cui il paese ancora dispone, pure non è molta la terra
suscettibile di essere colonizzata per suddivisione in piccoli lotti, ed il cui
prezzo sia quindi in relazione alla tasca dell'emigrante.
Oltracciò la
qualità della terra, o per essere situata troppo al nord (Chaco, Formosa,
Misiones), in clima caldissimo e disadatto all'europeo in genere, o per essere
troppo al Sud (Patagonia), e battuta da venti incessanti, che non permettono
alla vegetazione di prosperare, poco si presta alla colonizzazione agricola
propriamente detta.
Tale terra il
governo argentino la vende sì, ma non all'immigrante, che non potrebbe
acquistarla, nè ha denaro per farla fruttare, ma all'industriale-rurale, al
capitalista, il quale la destina all'allevamento delle pecore, il solo animale
che possa vivere del prodotto del suolo in quelle latitudini.
Di terra
veramente colonizzabile dall'europeo, e che possa essere da lui acquistata a
respiro, poca, assai poca, ripeto ve n'è in Argentina.
El sueño del emigrado[2]
Frente a tantos ejemplos de colonización propiamente dicha y,
teniendo en cuenta el deseo del emigrante de poseer un lote de tierra, es
natural y razonable la pregunta: ¿Qué posibilidad tengo yo, un recién llegado,
de acceder a uno de estos lotes? Le respondo que en las tierras particulares no
hay muchas probabilidades; no porque falte tierra para vender sino porque la
especulación ha elevado el precio mucho más allá de las posibilidades
financieras del emigrante, especialmente en las zonas más prósperas de la
república.
Los territorios
Esta probabilidad crecerá sin embargo en la medida que se tome
distancia de los centros más poblados y en dirección de los Territorios,
todavía casi deshabitados y no todos aptos para la industria agrícola propiamente
dicha. El gobierno argentino se preocupa por las dificultades que encuentra el
emigrante para colocarse y se esfuerza por construir nuevas colonias a la
manera de las antiguas, que tanto impulso dieron a la agricultura. Pero sus
esfuerzos no han dado, hasta ahora, buenos resultados. En parte porque se trata
de tierras poco fértiles como es el caso de la inmensa Patagonia. Sin duda, el
Estado posee muchísimas tierras que nosotros llamamos demaniale y en Argentina reciben el nombre de tierras fiscales. En
1903 fue votada una ley que regula la reserva y distribución de las tierras para
colonización.
La ley de tierras
Conviene aclarar desde un comienzo que, si bien son vastísimas las
zonas con tierras fiscales, son pocas las susceptibles de ser colonizadas
mediante su división en pequeños lotes a precios razonables para el bolsillo del
emigrante; por otra parte, cuenta también el problema de la calidad de la
tierra. Situados muy al norte, en el caso de Chaco, Formosa o Misiones, con un
clima caluroso y hostil para el europeo en general; o situados muy al sur, en
el caso de la Patagonia, azotada por incesantes vientos que no permiten
prosperar a la vegetación, estos territorios se prestan poco a la colonización
agrícola propiamente dicha. En general son vendidas por el gobierno argentino –no
al emigrante, que tiene escasos recursos– sino a capitalistas que tienen dinero
para explotarlas y las destinan a la cría de ovejas, el único animal que puede
vivir del producto del suelo en aquellas latitudes.
En conclusión: las tierras verdaderamente colonizables por el
emigrante y que pueden ser adquiridas a plazos son pocas, muy pocas.
[1]
R.Commisariato dell'Emigrazione, Manuale dello emigrante italiano
all'Argentina. 2a edizione, interamente rifatta dall'autore: Prof. Arrigo
de Zettiry. Roma: Stab. Tip. Società Cartiere Centrali, 1913.
[2]
Manual del emigrante italiano. Traducción, selección y prólogo: Diego
Armus. Buenos Aires: Centro Editor de América Latina, 1983.
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