«Dal
1874 al 1880 entrano in Argentina un poco alla volta 268.504 emigranti
italiani: e, dice José Antonio Wilde, “los italianos han sobrepasado en número
a todas las demás naciones: la italiana es una inmigración utilísima, y son
innumerables las instituciones importantes creadas por ellos. En todas partes
han establecido también sociedades de socorros mutuos”[1]. E
Pedro y Caraffa: “el italiano ha cultivado tierras y a distancias tal lejanas
de hacer vacilar del éxito, por las dificultades en los caminos, hasta de
perder la vida”[2].
Il
che vuol dire che, dai primissimi emigranti del 1500, che partono con Juan Dios
de Solis e con Caboto, a questi che vanno nell’epoca in cui l’Italia è già una
nazione, benchè ancora una povera nazione, non c’è differenza nè di carattere
nè di spirito: l’avventura, costi quello che costi, va tentata; l’italiano osa,
l’italiano si butta sempre e comunque. E sempre e comunque vince.»
Mario
Puccini, Civiltà italiana nel mondo. In Argentina.
Buenos Aires: Società Nazionale Dante Alighieri, 1938.
[1] “Gli
italiani hanno superato in numero tutte le altre nazioni; l’italiana è un’immigrazione
utilissima, e sono innumerevoli le istituzioni importanti ch’essi hanno create.
In ogni paese essi hanno inoltre messo su delle società di mutuo soccorso”.
[2] “L’italiano
ha coltivato terre e a distanza così lontane da far dubitare del successo, per
la difficoltà delle strade, fino a perdere la vita”.
No hay comentarios:
Publicar un comentario
Nota: solo los miembros de este blog pueden publicar comentarios.