«Io dico queste cose con la coscienza torba.
Queste cose non si predicano a parole, ma a fatti. Per queste cose non si dice:
Andate, ma: Venite. Io non ho quindi il diritto, di dirlo. Eppure... Eppure
quelli infelici che qui erano, se volete, servi, ma là, oltre i monti e oltre i
mari, sono Iloti, cioè servi di stranieri, mi sembra che mi accennino e mi
chiamino. Anche me. Sì, io, cui s’imputa piuttosto che si riconosca la più
inutile delle arti, io che sono considerato qua un disutile, là avrei avuto la mia
missione e il mio fine: narrare quei dolori e quegli strazi e quelle ingiurie:
sommuovere qua i cuori che obliano, e là consolare quelli che non obliano: e
per la mia parte, che può essere la parte d’ognun di voi, o giovani buoni e
forti, piantare i termini, là, delle nuove terre saturnie, e fondare le nuove
città pelasgiche.
La nostra Università collocata sul mare e fra
terre che danno tante vite all’emigrazione, a me par destinata più d’ogni altra
a compiere, col mezzo dei suoi alunni, la riconquista dell’Italia nomade.!»
Giovanni
Pascoli, «Una sagra» en Pensieri e discorsi, 1895-1906 [1914]
Qué hallazgo, este texto! Pascoli es muy interesante, gracias por compartir esto.
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