«Scese dal treno e
affannate per strada sconosciute, sono arrivate al porto seguendo l’odore di
salsedine e i passi degli altri. Tanta gente, così tanta. Valigie, cappelli,
cesti, fagotti, bambini in collo: un corteo grigio e nero, macchiato dei vestiti
a colori di qualche ragazza. Come una processione che scende verso il basso,
verso il porto.
E qui, legata al molo come
fosse sul punto di volare via, hanno trovato la nave.
Alta come una Chiesa,
profonda di cunicoli infiniti, scalette, corridoi, tremante di un brivido
continuo, un battere di cuore accelerato, ritmato dal rumore delle macchine.
Rumore, certo, chi avrebbe
pensato che una nave fa rumore? Immaginavo qualche cosa di leggero, imparentato
col vento, l’aria, il cielo, il silenzio. E invece no: la nave puzza, è nera,
pesante e rumorosa, sa di ferro, di carbone, di olio e corde, risuona di passi
e di grida e, soprattutto, trema in continuazione, come se fosse lei ad avere
paura.
Quel tremito le sale lungo
le gambe, le arriva al petto, e Assunta ora si chiede: cosa sono venuta a fare?
Dove sto andando? Perché?»
Mambelli, Renata, Argentina. Firenze: Giunti, 2009.
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